L’inquinamento atmosferico delle aree urbane è comunemente detto smog, parola derivante dall’accoppiamento di fumo e nebbia.
Lo smog classico è determinato dall’azione di biossido di zolfo e si sviluppa principalmente nelle ore prossime all’alba quando sussistono condizioni climatiche particolari, come bassa insolazione, minima velocità del vento e bassissima temperatura.
Esso si forma a causa del ristagno nell’atmosfera delle particelle solide e dell’anidride solforosa, prodotte durante la combustione all’instaurarsi dei fenomeni di inversione termica.
Lo Smog fotochimico è dovuto, invece, all’azione di ossidi di azoto, ossido di carbonio, ozono ed altri composti organici volatili a mezzo dell’azione della radiazione solare.
Lo smog fotochimico si genera durante la stagione estiva, nelle ore centrali della giornata, in presenza di alta insolazione, bassa velocità del vento e temperatura superiore a 18°C.
Per l’innesco di un processo di smog fotochimico è necessaria la presenza di luce solare, ossidi di azoto e composti organici volatili, inoltre, il processo è favorito dalla temperatura atmosferica elevata.
Poiché gli ossidi di azoto ed i composti organici volatili sono fra i componenti principali delle emissioni nelle aree urbane, le città poste nelle aree geografiche caratterizzate da radiazione solare intensa e temperatura elevata (es. aree mediterranee) costituiscono dei candidati ideali allo sviluppo di episodi di inquinamento fotochimico intenso.
Rispetto allo smog classico, quello fotochimico è caratterizzato da un’attività chimica molto più intensa e presenta una complessa catena di reazioni che hanno luogo sotto l’effetto della luce.
Smog nella parte Mediterranea
In una regione quale è quella Mediterranea le alte intensità luminose e le elevate temperature favoriscono le reazioni che portano alla formazione dello smog fotochimico e in particolar modo dell’ozono.
Questo tipo di inquinamento rappresenta un problema per la salute dell’uomo, degli animali e delle piante. Infatti, queste ultime, avendo un organo come quello fogliare con un rapporto superficie/volume molto elevato, assorbono, attraverso le aperture stomatiche, una ingente quantità di inquinanti gassosi.
Purtroppo, dato che le reazioni che portano alla formazione di agenti fotochimici sono molto complesse, e la loro distribuzione è legata alle condizioni meteorologiche, risulta difficile prevederne l’evoluzione e la distribuzione spazio-temporale e prendere conseguentemente i dovuti provvedimenti.
I provvedimenti in Italia
In molte città italiane sono state attuate già da diversi anni misure anti smog, quali ad esempio, la limitazione di circolazione per quei veicoli definiti inquinanti, anche se le soglie relative allo smog cittadino non si sono abbassate di molto.
E’ bene quindi che ogni cittadino si adoperi a tal fine e, soprattutto, che usi mezzi idonei di protezione individuale.
A tal proposito, non è più evento inusuale vedere, nelle vie cittadine, persone che usano appropriate mascherine antismog.
Come proteggersi efficacemente
Le mascherine antismog si suddividono in tre categorie:
- La FFP1 per chi esce in città con grande traffico veicolare.
- La FFP2 per chi lavora in questi ambienti per un tempo prolungato (per esempio i vigili urbani).
- La FFP3 per chi lavora in industrie inquinanti.
Dunque, si può scegliere in base alle singole esigenze: le FFP1, per legge, filtrano il 78% delle particelle, FFP2 e 3 sono più efficienti ma possono comportare qualche problema di respirazione in più.
Puoi scoprire maggiori informazioni sulle maschere antismog su questo sito web: https://www.mascheraantismog.it/.
Spetta a noi stessi quindi difenderci dallo smog e prenderci cura della nostra salute, utilizzando le sopra dette mascherine che, fortuna vuole, sono facilmente acquistabile su internet a prezzi veramente contenuti.