Perché la “rivincita” vi starete chiedendo. Perché qualche domenica fa sono andato a pescare in un laghetto sportivo e, mio malgrado, non ho pescato neanche una trota, mentre il mio amico Maurizio, detto “Il Barone del Lago”, ne ha pescate ben quindici.
Chiaramente nulla da eccepire in merito, poiché ogni pescatore deve avere uno spirito sportivo, accettare qualsivoglia risultato, elogiare l’operato degli altri pescatori, anzi, apprendere dagli stessi le tecniche, le varie abilità di pesca, la pazienza e quant’altro di positivo si possa imparare e farne personale tesoro.
In relazione a quanto sopra, nulla da evidenziare o contraddire, ma poiché colui che mi ha battuto è stato proprio Maurizio…il discorso cambia!!!
E si, cambia proprio, e cambia in virtù del fatto che “Il Barone del Lago”, tralasciando lo sfottò goliardico, dettato dalla sua spiccata dote ironica, (che comunque è stato motivo di simpatiche risate), in vita sua, avrà tenuto in mano una canna da pesca forse al massimo cinque o sei volte e di pesca, Maurizio, decisamente conosce solo quella di beneficenza che ogni anno organizza la sua Parrocchia durante la festività in onore del Santo Patrono.
Affermo ciò, perché le volte che andiamo a pescare insieme, sono io che devo prestare lui la massima assistenza: preparo le lenze, scelgo le esche per trota più appropriate, mi adopero per sistemare i nodi e i grovigli di filo che si formano sulla sua lenza o sulla bobina del mulinello della sua canna, corro per aiutarlo a tirar fuori dall’acqua le sue prede e slamo le stesse.
Dopo i primissimi preparativi
Detto di ciò, devo però onestamente dichiarare che le camole le innesca da solo, non specifico come si presentano a prima vista sull’amo, ma affermo che le innesca da solo.
Ieri sera Maurizio mi ha telefonato esprimendo il desiderio di tornare nuovamente a pescare domenica prossima. Ho subito accettato l’amichevole invito, ma nello stesso istante è scattato in me uno sfrenato desiderio di rivincita.
In virtù di tale desiderio la prima cosa a cui ho pensato è stata quella di non prestare la mia assistenza, avendo cosi notevole “vantaggio” sul mio diretto avversario.
Ma fortunatamente l’amicizia che mi lega a Maurizio va ben oltre le quindici trote da lui pescate, va oltre ogni amichevole sfottò e va altresì oltre ogni qualsiasi forma di vendetta, se pur legata ad una sportiva rivincita da parte di colui che nessuna trota ha pescato.
Quindi, tralasciato subito tal pensiero negativo, ho iniziato a pensare a quale miglior tecnica usare domenica, in relazione al periodo stagionale e quindi alla temperatura dell’acqua, a quali miglior esche utilizzare.
Sono certo che, qualora anche questa volta non dovessi pescare più trote del mio amico, e il dover prestare continua assistenza possa risultare non proprio rilassante, trascorrere comunque una giornata di pesca con “Il Barone del Lago” sarà motivo di puro divertimento all’insegna di una giornata all’aria aperta sulle rive di un lago.
Ah, e mi raccomando: fate il tifo per me!